Il dopo non-vittoria

Potremmo trovare molteplici scuse alla non-vittoria del centrosinistra. In parte è attribuibile a una legge elettorale che il centrodestra ha confezionato su misura per sfavorire in maniera sistematica il centrosinistra, giocando sulle distribuzioni geografiche profondamente diverse delle rispettive basi elettorali. Certamente il Movimento 5 Stelle ha sottratto una parte decisiva dell’elettorato del PD con una campagna populista e contestataria che ha risuonato a meraviglia in una congiuntura di profonda crisi e sofferenza socio-economica. Senza dubbio, Berlusconi, come da copione, ha compiuto una campagna di promesse demagogiche irrealizzabili, ma ad alto effetto su una buona fetta dell’elettorato.

Riguardo Bersani e la campagna del PD ? Ne riparliamo tra un momento.

Con un Senato in pratica diviso in tre e col pallino in mano a seguito della maggioranza strappata alla Camera, grandi spazi di manovra il centrosinistra non ne ha. Un pragmatismo di circostanza si impone. Nel clima attuale e viste le profonde divergenze, una ‘grande’ alleanza col centrodestra non ci appare sensata, è assolutamente impopolare colla nostra base ed è già stata amaramente sperimentata con l’esperienza del governo Monti. Inoltre si rischierebbe alla prossima tornata elettorale un’ulteriore amplificazione del successo di Grillo. Non resta che cercare un governo di minoranza che traghetti l’Italia per qualche mese e che promuova dei provvedimenti utili al paese e che riceveranno probabilmente un sostegno almeno parziale dei Grillini (riduzione del numero dei parlamentari, legge sul conflitto di interesse, stimolo all’economia…). E bisognerebbe cercare di fare una legge elettorale con una larga maggioranza con l’ambizione che questa possa durare per anni a venire, per il bene del paese e non basata su miopi interessi a corto termine. E qualora eventuali punti di intesa programmatici si esaurissero, bisognerà tornare a votare. E sarebbe consigliabile nel frattempo di rinnovare in maniera tangibile e visibile la classe dirigente del partito. Per esempio, attraverso un congresso straordinario che rinfreschi la segreteria e lo staff annesso, che definisca con urgenza una strategia chiara. Di giovani dinamici con già una certa esperienza e motivazione ce ne sono. E di primarie ? Bisogna sempre farle, per ogni tornata, senza eccezione alcuna.

E che dire dunque della campagna nazionale del PD e della sua classe dirigente attuale ? Una campagna di successo dipende molto dall’entusiasmo della base elettorale, da una narrativa incisiva che dia una prospettiva agli elettori per un futuro potenzialmente migliore. E anche da un uso intelligente dei mezzi di comunicazione. E pure da una certa spregiudicatezza nell’attaccare gli avversari. Certo, bisogna essere prudenti nel fare paragoni, ma il fatto è che negli USA Obama l’Onesto, Obama il Buono ha effettuato una campagna spregiudicata demolendo Romney senza pietà e caricaturandone molti punti deboli. E ha vinto. E ora puo’ promuovere la sua agenda progressista. Il fine giustifica i mezzi, talvolta, anche se si è di sinistra. E’ evidente che Bersani ha voluto seguire l’esempio del candidato ‘normale’ alla Hollande. Con la differenza che in Francia Sarkozy non aveva la forza mediatica di Berlusconi in Italia, era profondamente impopolare con i francesi. E in Francia c’è il sistema del doppio turno, che tanto vorremmo perché responsabilizza di più gli elettori, una gran bella differenza.

La campagna del PD è stata tremendamente non coraggiosa e proprio non vigorosa per continuare a usare questo linguaggio del non essere. Il PD avrebbe dovuto rivendicare in maniera più aggressiva certi temi condivisibili della campagna di Grillo e che potranno essere il contenuto di quella manciata di leggi che scaturiranno ipoteticamente dal futuro governo di minoranza. Bersani dice che non ha voluto ingannare gli elettori facendo false promesse. Benissimo. Ma di qui a fare una campagna deprimente-depressiva con lo slogan ‘Ragassi, non siamo mica qui a fare questo o quell’altro’ ce ne vuole. Un conto è la demagogia menzognera berlusconiana, un conto è osare con un minimo di coraggio e aggressività nel proporre una visione ottimista alla gente.

A proposito della comunicazione, come al solito ci siamo fatti surclassare da Berlusconi sulle televisioni e non solo sulle reti Mediaset. Bersani è sparito dalle televisioni per 2 settimane e ha iniziato la campagna in ritardo rispetto al centrodestra che cosi’ ha avuto tutto il tempo di ritrovare una dinamica e prendere di fatto l’iniziativa. E riguardo il Web, sarebbe bene che gli strateghi del PD studino in dettaglio quello che Grillo è riuscito a fare creando una piattaforma informatica talmente agile e ricettiva che il numero dei sostenitori è aumentato esponenzialmente in un brevissimo lasso di tempo. Il PD dovrebbe forse meditare sul modo di interagire con la propria base attivista e elettorale, superando schemi di organizzazione sul territorio forse antiquati e cercando di investirsi con più convinzione e coraggio nei nuovi mezzi di comunicazione.

E se possibile cercando di parlare con un atteggiamento meno paternalistico e un po’ più vicino alla gente. Il PD smetta di dare l’impressione di essere un partito di salotto e torni a parlare alla gente nelle piazze.

Si deve avere il coraggio di andare avanti piuttosto che andare non indietro.

Giovani Democratici a Paris

La corsa finale è quasi conclusa,

domenica il voto francese eleggerà il nuovo presidente della Repubblica,

Nel quadro di un Erasmus Democratico un gruppo di giovani democratici bolognesi sono stati a Parigi ospiti degli amici del PS francese.

Vi invitiamo ad incontrare i Giovani Democratici del PD Bologna, il 5 maggio alle 14h da Ethicando, 6, rue de la Grange Aux Belles 75010 PARIS (Métro : République ou Jacques Bonsergent).

l’incontro sarà l’occasione per scambiare due parole insieme e non un incontro elettorale con rappresentanti del PS dato che la campagna elettorale si conclude venerdi sera.

Liberté de la presse – soutenons “La Repubblica”

Nous adressons ce texte aux principaux journaux français:

Le chef du gouvernement italien réclame un million d’euros de dommages-intérêts à votre confrère italien le quotidien La Repubblica jugeant “diffamatoires” les dix questions sur sa vie privée publiées quotidiennement.

Des menaces de plainte sont également proférées par le Président du Conseil italien à l’encontre du quotidien espagnol El Pais et de l’hebdomadaire français Le Nouvel Observateur.

En Italie circule un appel de trois juristes, Franco Cordero, Stefano Rodotà et Gustavo Zagrebelsky dont voici le contenu :

« Les attaques à l’encontre de «Repubblica» dont la dernière plainte en justice pour diffamation est simplement l’ultime épisode, est interprétable uniquement comme une tentative de réduire au silence la presse libre, d’anesthésier l’opinion publique, de nous isoler de la circulation internationale des informations et en définitive de faire de notre pays une exception à la démocratie. Les demandes adressées au Président du Conseil sont de vraies questions qui ont suscité un intérêt non seulement en Italie mais dans la presse mondiale. Si l’on considère celles-ci comme rhétoriques parce qu’elles suggéreraient des réponses non agréables à celui auxquelles elles sont adressées, il n’y a qu’un seul moyen de les démonter : ne pas vouloir faire taire celui qui les pose mais y répondre.

Au contraire, la voie empruntée est celle de l’intimidation à l’encontre de celui qui exerce le droit et le devoir de « chercher, recevoir et diffuser avec tous moyens d’expression, sans considération de frontières, les informations et les idées » comme l’indique la Déclaration universelle des droits de l’homme de 1948 approuvé par le concert des Nations à un moment où était encore présent à l’esprit le souvenir de la dégénérescence de l’information en propagande sous les régimes non libéraux et antidémocratiques du siècle dernier ».

En solidarité avec le quotidien Repubblica pouvez vous publier cet appel ainsi que les questions posées quotidiennement au Président du Conseil italien:

1 When did you first meet Ms Letizia? On how many occasions did you meet her? And where did you meet her? Have you ever consorted with, or do you still consort with, underage girls?

2 What was the precise reason that prevented you from telling the truth during the past two months, causing you to provide four versions of how you came to know Ms Letizia before making two tardy admissions?

3 Do you not believe that it is a serious matter, for Italian democracy and for your leadership, that you rewarded the girls who called you Papi with political candidacies and promises of political responsibility?

4 You spent the night of November 4, 2008, with a prostitute. According to magistrates’ investigations dozens of call girls were brought to your residences. Did you know that these girls were prostitutes? If you did not know, are you able to give assurances that those encounters in no way made you vulnerable or laid you open to blackmail – as demonstrated for example by the recordings made by Patrizia D’Addario and the photographs by Barbara Montereale?

5 Have official state aircraft ever been used to fly female guests to parties at your residences without you on board?

6 Are you absolutely certain that your relationships have in no way compromised affairs of State? Can you reassure this country and its allies that no woman guest of yours has in their hands today means of blackmail that might in any way affect your political autonomy on internal or international matters?

7 Your behaviour is in contradiction with your politics. Would you still feel able to take part in Family Day or to sign a law punishing the clients of a prostitute?

8 Do you believe you will still be able to stand for election as President of Italy? And if you do not, do you believe that someone whom public opinion believes to be unfit for the Quirinal palace should be allowed to perform the functions of Prime Minister?

9 You spoke of being threatened by a “subversive plot”. Can you guarantee that you have never used, nor wish to use, the intelligence services or the police against witnesses, magistrates or journalists?

10 In the light of all that has emerged over the past two months, what is your state of health?

Les Democrates Parisiens

PS: Signez et faites signer la pétition de la Repubblica pour la liberté de la presse:

Il PD Parigi sostiene la proposta di destinare i fondi dell’8 per mille (Stato) all’emergenza Abruzzo

(Redazione di Dario Taraborelli)

Il ministro Tremonti ha dichiarato che una causale supplementare per devolvere il 5×1000 alla ricostruzione dopo il terremoto non creerà nessuno squilibrio: una causale in più lascia intatta la libertà di scelta del contribuente. In realtà la proposta è doppiamente problematica perché uccide i finanziamenti al terzo settore e la ricerca che da quando è stato istituito il 5×1000 ne traggono un significativo beneficio economico e perché richiede la creazione di una causale dedicata. Usare l’8×1000 come fonte offrirebbe invece una serie di vantaggi:

– L’8×1000 ha già lo Stato Italiano tra i suoi possibili destinatari e prevede espressamente le calamità naturali tra gli ambiti definiti dalla legge per la quota di competenza dello Stato.

– Per la ridestinazione del 5×1000 andrebbero ristampati tutti i modelli della dichiarazione IRPEF (aperta dal 1 aprile), mentre non ce ne sarebbe bisogno per l’8 per mille.

– A differenza del 5 per mille, dove il numero delle scelte espresse nel 2007 è stato del 61%, nel caso dell’8 per mille meno della metà dei contribuenti esprime attualmente una scelta. Un’opzione d’uso dell’8 per mille per la ricostruzione in Abruzzo nuocerebbe quindi meno alla “libertà” di chi una scelta l’ha espressa che nel caso del 5×1000, come vorrebbe Tremonti. Renderebbe inoltre più efficace il principio dell’8×1000 le cui scelte espresse faticano a decollare.

Senza il bisogno di una causale dedicata, e con una campagna di promozione autonoma dell’iniziativa (che potrebbe essere sostenuta da partiti e organizzazioni, dal momento che risaputamente lo Stato è l’unico dei 7 destinatari dell’8 per mille a non farsi mai pubblicità), si potrebbe risolvere il problema di come ottenere fondi per la ricostruzione a partire dal gettito fiscale.

I tempi sono stretti, ma la cosa potrebbe funzionare. C’è anche un gruppo su Facebook per la destinazione dell’8 per mille (Stato) all’emergenza Abruzzo che ha ripreso l’iniziativa

Tre senatori radicali hanno depositato un’interrogazione al capo del governo il 9 aprile con un’idea analoga: http://www.radicali.it/view.php?id=140380

Proponiamo al PD nazionale di associarsi all’interrogazione.

Election Day e fondi per l’Abruzzo

Ci sono varie iniziative in corso (Unità, LaVoce.info) per creare un Election Day e utilizzare per l’emergenza Abruzzo i risparmi derivanti dal non avere una scadenza elettorale dedicata al Referendum

http://petizioni.unita.it/redazioneonline/terremotoreferendum_30.shtml

http://www.lavoce.info/articoli/-300parole/pagina1001049.html

Il Lotto batte l’evasione fiscale? Una proposta per il legislatore

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Da paesi come Taiwan un’idea semplice che potrebbe far breccia in Italia. Siete  lavoratori dipendenti, tassati obbligatoriamente con la ritenuta d’acconto. Andate al bar dove vedete che lo scontrino fiscale è un optional. Nonostante la cosa vi sembri ingiusta (in questo preciso momento state pagando le tasse al posto del proprietario del bar, e non capite perché dovete fargli questa cortesia) siete troppo timidi per protestare o anche per richiedere il vostro scontrino.

A Taiwan la cosa è risolta così (segnalazione di Francesco Avvisati): su ogni scontrino fiscale è stampato un numero generato da un sistema come quelli del Lotto. Pagate, vi viene dato lo scontrino, e automaticamente vi ritrovate con un biglietto della lotteria! Ogni mese il Governo pubblica una pagina di giornale fitta di numeri vincenti. Se il vostro scontrino ha un numero vincente, incassate tra cinque e duecento dollari (che vi dà direttamente l’esercente da cui avete acquistato).

Chi non richiederebbe lo scontrino, in un paese dove si paga per giocare al lotto?

http://www.marginalrevolution.com/marginalrevolution/2009/03/the-taiwanese-war-against-tax-evasion.html

MSF : petizione sul diritto all’assistenza sanitaria

“Il 3 febbraio prossimo il Senato voterà un emendamento volto a sopprimere il principio di “non segnalazione” alle autorità per il migrante irregolare che si rivolge ad una struttura sanitaria.”

In quanto italiani all’estero siamo particolarmente vigili riguardo a atti legislativi che limitano o ledono i diritti fondamentali di chi vive in un paese diverso da quello d’origine, e invitiamo a firmare l’appello di Medici senza Frontiere.

http://www.divietodisegnalazione.medicisenzafrontiere.it

Se approvato, l’emendamento

“spingerà verso l’invisibilità una fetta di popolazione straniera che in tal modo sfuggirà ad ogni tutela sanitaria;
– incentiverà la nascita e la diffusione di percorsi sanitari ed organizzazioni sanitarie “parallele”, al di fuori dei sistemi di controllo e di verifica della sanità pubblica (gravidanze non tutelate, rischio di aborti clandestini, minori non assistiti, …);
– creerà condizioni di salute particolarmente gravi poiché gli stranieri non accederanno ai servizi se non in situazioni di urgenza indifferibile;
– avrà ripercussioni sulla salute collettiva con il rischio di diffusione di eventuali focolai di malattie trasmissibili, a causa dei ritardi negli interventi e della probabile irreperibilità dei destinatari di interventi di prevenzione;
– produrrà un significativo aumento dei costi, in quanto comunque le prestazioni di pronto soccorso dovranno essere garantite e, in ragione dei mancati interventi precedenti di terapia e di profilassi, le condizioni di arrivo presso tali strutture saranno verosimilmente più gravi e necessiteranno di interventi più complessi e prolungati.”

Associazione Democratici Parigi