2 giugno – in sostegno alle istituzioni della nostra Repubblica – ore 16 al Père Lachaise un omaggio a Piero Gobetti e ai Fratelli Rosselli

2 giugno – Per testimoniare il nostro sostegno alle istituzioni democratiche della Repubblica Italiana, saremo alle ore 16 al cimitero Père Lachaise per portare un omaggio a Piero Gobetti e ai Fratelli Rosselli. Proponiamo a chi si riconosce nella nostra Repubblica, nata dalla Resistenza, e nelle nostre istituzioni (qualunque siano le sue convinzioni politiche) di ritrovarsi con noi.

Appuntamento sabato 2 giugno alle 16:00 all’ingresso del Père Lachaise – quella delle tre entrate che corrisponde alla stazione Père Lachaise del métro. Per chi arriva un po’ in ritardo, andiamo alla “94esima divisone” dove sono le tombe di Gobetti e dei fratelli Rosselli.

È legittimo (sempre) e persino doveroso esercitare un libero diritto di giudizio e critica sull’operato delle istituzioni. È invece inaccettabile attaccare  sguaiatamente, assieme al Presidente della Repubblica, il principio della separazione dei poteri e diffondere l’idea che le istituzioni democratiche siano un intralcio. Le istituzioni democratiche non sono un intralcio, sono il fondamento della nostra libertà e del vivere civile.

ADP – Associazione Democratici Parigi   –   Circolo PD Parigi

In questo brutto momento politico ritroviamoci in un primo incontro Circolo-ADP : economia e non solo

Mercoledì 30 maggio alle ore 19.00 il Circolo PD Parigi organizza un Incontro-dibattito con Francesco Saraceno

in occasione della pubblicazione del suo ultimo libro :

“La scienza inutile – Tutto quello che non abbiamo voluto imparare dall’economia”

https://www.luissuniversitypress.it/pubblicazioni/la-scienza-inutile

Francesco SARACENO è Vice Direttore del Dipartimento OFCE-Osservatorio Francese delle Congiunture Economiche. Insegna a Sciences Po ed alla LUISS

L’incontro sarà animato da Paolo Modugno

ACLI Parigi, 28 rue Claude Tillier, 12ème

 

 

Cominciamo a costruire il PD di domani

Trovi qui il documento degli iscritti al circolo  Parigi sul PD di domaniADP -Circolo PD Paris – il PD di domani

E questa è l’introduzione del documento:

“Il PD potrebbe riemergere da questa fase coinvolgendo i suoi iscritti e dedicando un po’ di tempo a rielaborare una visione delle cose: il sogno di una cosa. E da quello, fare discendere una concreta, realistica proposta politica.  (…) Molte persone si sono avvicinate al PD perché lo hanno considerato, a torto o a ragione, uno spazio di rappresentanza democratica, forse l’unico davvero attivo e vitale in Italia, oggi. Ma quale è la visione, la proposta politica del PD?”

Queste parole (scritte dal circolo PD Parigi nel febbraio 2017, pochi mesi dopo il referendum sulla riforma costituzionale) sembrano ancora più valide oggi, dopo le elezioni politiche del marzo 2018 e gli avvenimenti successivi. E allora, abbiamo chiesto agli iscritti del nostro circolo il loro parere su due punti: le ragioni del negativo risultato elettorale e il futuro del PD.

In questo documento vengono raccolti i primi contributi, in cui si trovano molti elementi interessanti. Eccone alcuni. Si parla di un’anomalia italiana, la lacunosa realizzazione dello “stato di diritto”. Inteso come quella forma di stato in cui il “governo delle leggi” (per riprendere l’espressione di Bobbio) e la certezza del diritto limitano l’arbitrio. Gli italiani invece “vivono una quotidiana esperienza di illegalità fatta di abusi, inadempienze, negligenze, ritardi, sprechi, burocrazia inutilmente complicata e inefficiente (…) più o meno tollerati, se non incoraggiati, e che non hanno paragone negli altri paesi occidentali”. Il che fa dell’Italia un “paese mancato”, per riprendere il titolo di un (bellissimo) libro dello storico Guido Crainz.   Il PD dovrebbe quindi riprendere come parole d’ordine stato di diritto e legalità. Ma non la legalità “pistolera” della Lega o quella “manichea” del M5S; e nemmeno lo “stato di diritto” un po’ peloso (a volte simile a una pretesa di impunità) di Forza Italia. Coniugare “Stato di diritto” e “legalità” significa far sì (cito) che “i diritti siano garantiti, la burocrazia funzioni, le leggi siano applicabili e applicate, le tasse pagate, gli amministratori onesti, la gente non sia costretta a lavorare in nero, l’immigrazione sia governata secondo procedure dignitose ma anche ferme, le macchine non siano parcheggiate sulle strisce pedonali, etc. etc”.  E se il PD vuole incarnare la battaglia per la legalità, deve prima di tutto esigere il pieno rispetto della legge dai suoi rappresentanti. Non sempre i cittadini italiani sono davvero migliori dei loro rappresentanti politici, è vero; è però giusto chiedere una certa “esemplarità” a chi riveste ruoli pubblici.

Dai contributi emergono poi altre temi importanti. Le riforme istituzionali, che restano (basta vedere l’attualità politica) un punto da affrontare.  Ci sono parole negative, che contribuiscono a spiegare la sconfitta elettorale: il PD visto dai più giovani come “il partito dell’establishment e del potere”; la disoccupazione giovanile; le beghe interne. E parole in positivo, per il domani: tolleranza, libertarismo e umanesimo (valore dell’individuo); laicità; internazionalismo ed europeismo (veicolo di cultura e di progresso civile), liberalismo di sinistra (accettare l’economia di mercato ma combattere le diseguaglianze di partenza), socialismo (l’importanza dei servizi pubblici, la lotta contro le diseguaglianze intesa in senso più ampio).

Parole che ci portano all’altro elemento essenziale: il bisogno di una “visione” politica. Non bisogna inseguire acriticamente i “bisogni della gente” (cedendo quindi alle sirene di quella che Ilvo Diamanti e Marc Lazar chiamano “populocrazia”): “se “la gente” vuole cacciare gli immigrati, (…) non penso che il partito che mi rappresenta debba assecondare questo barbaro pensiero”; ma neppure sciogliersi nella semplice “buona amministrazione” contrapposta al dilettantismo delle forze, appunto, dette “populiste”. Né demagoghi né grigi tecnocrati, insomma: occorre una “visione”. Quale? Il cantiere è aperto. Ma il materiale non manca. Nel PD vi sono almeno tre filoni di cultura politica: “socialdemocratica” (che viene dalla storia del PCI, e in misura diversa del PSI, e dalle contiguità con il mondo sindacale), cristiano-sociale o cattolico-democratica (che viene dalla sinistra DC e dal mondo associazionistico), e liberaldemocratica, che in parte attinge a esperienze radicali e socialiste o alle suggestioni, più recenti, del “macronismo”. Sempre a febbraio 2017, il Circolo PD Parigi aveva scritto:

Sarebbe necessario confrontare, una buona volta, lo sguardo che queste diverse culture portano sui temi essenziali (..). E capire se il perimetro comune giustifica lo stare assieme. Oppure se quella intersezione è troppo ridotta, e l’alterità irriducibile. In quel caso, eventuali scissioni non sarebbero il risultato un po’ grottesco di faide interne, ma l’accettazione di una diversità che porta a percorrere strade diverse. Così come decidere di continuare a “stare assieme” nel PD non sarebbe un vivere da separati in casa, un sopportarsi per poi spartirsi posti di potere; ma un ritrovarsi tra diversi (…) attorno a una proposta comune al servizio di un interesse generale.

Non è un esercizio teorico. Non è una perdita di tempo. Né un gioco di società. Nei prossimi anni il PD sarà chiamato a decidere “cosa farà da grande”. Completare la trasformazione in un partito “di centro”, simile alla République En Marche in Francia. Oppure ritornare a un’ispirazione più di sinistra (in questo, rispondendo a una delle domande emerse nei contributi, cioè “dove sono andati gli elettori di sinistra?”). O ancora, restare un partito che comprende al suo interno ispirazioni diverse, ne accetta la convivenza, ne cerca una sintesi; e che poi per natura e organizzazione sia “scalabile” da posizioni anche molti diverse (come è il caso del Labour Party, passato da posizione lib-lab a quelle molto a sinistra di Jeremy Corbyn).

Senza una vera discussione, che coinvolga i suoi iscritti e (in forme da definire) i suoi elettori, senza un vero confronto, questo nodo dell’identità politica e della visione rischia di restare irrisolto e di pesare sul futuro del PD. Che appare, oggi, agli occhi dell’opinione pubblica, un partito lacerato e diviso sulle leaderships o sugli equilibri di potere, e non (come dovrebbe essere) un partito che discute sulle idee, sui valori, sul da farsi, sulla visione delle cose.

Circolo PD Parigi

Invito al 3° incontro AdP-ACLI Mercoledì 16 maggio ore 19:30

Un ciclo d’incontri centrati sulla vita e il lavoro degli italiani che si trovano oggi in Francia o altrove in Europa, é organizzato in comune fra l’Associazione democratica Parigi AdP e le ACLI Parigi. Il « titolo » dice già che si tratta di un’iniziativa orientata ad informarsi e riflettere : « Tornare a studiare – Guardare lontano». Sono 5 incontri fra il 20 aprile e il 27 giugno, e i primi due sono già stati fatti. Il terzo avrà luogo mercoledì 16 maggio alle ore 19:30 alla sede ACLI, 28 rue Claude Tillier, 12ème (métro Reuilly – Diderot). Ecco il tema di questo 3° incontro : « Partecipazione e metropoli: cosa funziona, cosa non funziona, cosa spinge le persone fuori di casa? » – Con Tommaso Vitale, SciencesPo – Collegamento con Angelo Battaglia, studioso delle banlieues parigine. Vi aspettiamo, abbiamo bisogno della vostra partecipazione attiva, non soltanto per venire ad ascoltare, ma per venire ad esprimervi.

AdP e Circolo PD Parigi

A domenica 6 maggio

Il PD Parigi si ritrova di nuovo domenica prossima 6 maggio alle ore 18 alle ACLI Parigi (sala riunioni della sede ACLI, 28 rue Claude Tillier, 12ème – métro Reuilly – Diderot), in occasione dell’assemblea dell’Associazione democratici Parigi AdP. Ascolteremo la relazione del presidente Maurizio Puppo sulle vicende che abbiamo vissuto negli ultimi 12 mesi, e ne discuteremo con tutti i simpatizzanti di centro e di sinistra dell’AdP, insieme agli iscritti al Circolo.

Questo ci porterà a discutere di quel che accade in questi giorni. La settimana scorsa gli iscritti si sono pronunciati in maggioranza per il « sì » all’opzione di avviare un tentativo di dialogo con il M5s. Ma il 30% circa sono contro. Poi tale opzione è uscita definitivamente di scena dopo il fermo « niet » dell’ex segretario, arrivato via tv domenica scorsa. Non c’é stato nessun debutto d’un inizio di dialogo. E comunque non poteva esserci neanche se ci fosse stato soltanto 30% contro, come nel nostro Circolo, perché nel PD le minoranze devono essere rispettate. Mentre in realtà nella dirigenza PD sono molto di più i contrari, cioé almeno il 50% (e non si vede come l’ex segretario possa essere orgoglioso d’aver impedito lui qualcosa che non é mai stato nemmeno tentato). Quindi la Direzione Nazionale del Pd di giovedì 3 maggio ha rimandato all’Assemblea Nazionale – che probabilmente sarà convocata fra il 16 e il 30 maggio per sostituire il segretario Martina – le decisioni circa la strada che il partito seguirà. Per ora il PD resta nell’immobilismo dell’opposizione sia alle destre – e a ognuna delle componenti anche separate del centrodestra – e sia a M5s.

Da una domenica all’altra, questa é stata una settimana di fuoco per il nostro partito e per il Paese. Da parte nostra teniamo soprattutto alla coesione fra di noi, come Associazione e come Circolo, nel rispetto delle nostre differenze. Dopo il rendiconto di tesoreria ed il rapporto del Presidente, la parola é a voi tutti, perché esprimiate i vostri pensieri e sentimenti su quel che accade e su quel che sta per accadere. Siamo certi che avete voglia di parlarne, come di ascoltare gli altri amici e compagni.

Associazione democratici Parigi AdP assemblea annuale domenica 6 maggio ore 18

L’assemblea della AdP e Circolo PD Parigi è un evento amministrativo: resoconto del Tesoriere e rapporto morale del Presidente, in quanto obbligo legale da compiere, con una relazione di entrambi e voto. Sarà tenuta domenica prossima 6 maggio alle ore 18 alla ACLI Parigi (sala riunioni della sede ACLI, 28 rue Claude Tillier, 12ème – métro Reuilly – Diderot) Non é legata quindi all’attualità politica ma, dopo la discussione ed il voto sui due documenti del Tesoriere e del Presidente, ne parleremo ed ascolteremo tutti gli amici e compagni presenti.

Cominceremo dai risultati che ha dato la consultazione interna decisa il 26 aprile in riunione di Circolo, e lanciata sulla « piattaforma doodle » in questi termini “Il PD deve dialogare con il M5S in vista della formazione di un governo?” E con queste possibili risposte: 1) No – 2) Sì, per vedere se è possibile un accordo su punti di programma condivisi  – 3) Sì, ma solo ponendo come condizione alcuni punti qualificanti del programma di governo (esempio: Ius Soli, lotta all’evasione fiscale, mantenimento degli impegni europei, nessuna regressione sulle politiche sanitarie di vaccinazione, etc.) – 4) Nessuna di queste opzioni.   Hanno votato 41 persone (39 sulla piattaforma adoodle e 2 persone con messaggio dedicato) e i risultati potete vederli qui (39 voti sui 41 pervenuti):
https://www.adoodle.org/index.php?action=showresults&survey=1781ef1eff456523cacc5a3d1aaec8d9&timezone=Europe%2FParis

Le risposte sono come segue –  1)No: 12voti (29%)    2)Sì: 11voti (27%)   3)Sì, ma solo ponendo come condizione…: 18 voti (44%) 4)Nessuna di queste opzioni: 0 voti.   Quindi tutte le posizioni sono significativamente rappresentate all’interno del nostro circolo (il che è conforme alla realtà di tutto il PD in Italia e all’estero), e l’apertura al dialogo in ogni caso dovrebbe avvenire su basi molto chiare e condizioni precise.

Questa posizione politica del PD Parigi resta come un dato. Giovedi 3 maggio ha luogo la Direzione Nazionale PD che si annuncia molto interessante, visti anche gli ultimi sviluppi, ma non concerne più il dialogo con M5S, ed invece concerne il partito stesso. Quindi é del nostro PD che parleremo soprattutto domenica 6 maggio. Vi aspettiamo, venite ed esprimetevi con la passione e la sincerità di sempre, abbiamo bisogno di voi.

Circolo PD Parigi