NO B DAY A PARIGI

Il circolo del PD Parigi parteciperà alla manifestazione del 5 dicembre a Parigi.

La manifestazione si terrà a Parigi sul piazzale di Diritti dell’uomo al Trocadero
dalle 14 alle 17
Siete pregati di diffondere.

NO B DAY PARIS

Date :
samedi 5 décembre 2009
Heure :
14:00 – 17:00
Lieu :
Trocadéro – Parvis des droits de l’homme

Description

Le 5 décembre à Rome aura lieu une énorme manifestation pour demander la démission de Silvio Berlusconi: l’initiative est née sur le net, elle n’est liée à aucun parti politique, ce sont les singles citoyens sur des blogs qui ont lancé cette idée.

Tous les Italiens dans le monde entier sont en train d’organiser des manifestation parallèles à celle de Rome.
La manifestation n’est pas que pour les Italiens : les personnes de toutes les nationalités sont les bienvenues.

Site officiel: http://www.noberlusconiday.org/
Facebook:
http://www.facebook.com/#/no.berlusconi.day?ref=ts (282,820 fans le 17/11/09, à 17.47)

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Une manifestation nationale pour demander la démission de Silvio Berlusconi

Une mobilisation pacifique et indépendante des partis.

Un premier pas vers une classe politique plus digne.
Les citoyens, au dela des appartenances politiques, en dehors des partis, descendent dans la rue pour demander la démission de Silvio Berlusconi.

Parce que celui qui :
– nie l’égalité des citoyens face à la loi,
– outrage l’éthique publique et la dignité de l’Italie,
– fait passer ses intérêts personnels avant le bien commun,
– bafoue la liberté de la presse,
– attaque la constitution,

ne peut pas être Président du Conseil.

La politique doit se faire avec les mains propres. (Sandro Pertini)

Offerta di stage sulle politiche della ricerca

L’Associazione Democratici Parigi propone uno stage di ricerca sui progetti di riforma del sistema universitario italiano. Lo stage è finalizzato alla produzione di un questionario online, alla raccolta e valutazione dei dati. Il/la candidato/a dovrebbe avere una conoscenza di base dei metodi delle scienze sociali, dimestichezza con o desiderio di apprendere il funzionamento di un semplice strumento di gestione di questionari online, e interesse per la politica della ricerca.

Lo stage sarà diretto da Roberto Casati con la collaborazione di Riccardo Spezia e di Stefano Zacchiroli. La piattaforma informatica viene messa a disposizione.

Lo stage non è remunerato. Può venir svolto anche a distanza. Si prevede un impegno non continuativo sull’arco di un semestre. Il contributo del/la candidato/a verrà riconosciuto in eventuali pubblicazioni, anche elettroniche, che dovessero risultare dallo stage.

L’Associazione Democratici Parigi è un’associazione di diritto francese (Legge 1901) costituita a sostegno del Circolo parigino del Partito Democratico. Per la partecipazione allo stage proposto non è richiesto nessun tipo di adesione agli scopi e finalità dell’Associazione o del Partito Democratico. Tuttavia i risultati dello stage resteranno di proprietà dell’Associazione Democratici Parigi e potranno essere utilizzati ai fini di articolare una proposta politica in linea con le finalità dell’Associazione.

Per contatti: partitodemocraticoparigi AT gmail PUNTO com

Per favore indicare “Stage ricerca” nell’oggetto della mail.

Diritto a non soffrire

http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_16/anestesisti_ferie_6b9533a0-d27d-11de-a0b4-00144f02aabc.shtml

Segnalo un articolo di cronaca, di quelli che possono tranquillamente passare inosservati. Non si parla di grandi riforme né di Berlusconi, solo di un diritto fondamentale: quello a non soffrire.
Un diritto che si cerca di garantire a tutti ma che in certi domini stenta a prendere campo.
In un ospedale di Milano, vi faccio un breve riassunto, nel periodo natalizio, causa ferie il servizio di epidurale gratuita non potrà essere garantito: gli anestesisti sono in vacanza, quelli che restano sono accaparrati dalle urgenze.

Alle donne che devono partorire non resta che farlo nel dolore. Uso una frase che fa parte di una cultura (magari di matrice cattolica, ma ben più diffusa) e vi invito a fare un piccolo esperimento mentale se per caso quella del partorire senza epidurale (in un mondo in cui la tecnologie lo rende possibile) vi sembrasse una eventualità trascurabile.

Immaginatevi di andare in ospedale e di dover togliere un neo, ricucire un taglietto un po’ più lungo del normale, ma anche qualcosina di più; se siete passati vicino ad un ospedale e avete sentito le urla delle partorienti senza epidurale potete fare un piccolo parallelo con una operazione chirurgica senza anestesia. E immaginate che tocchi a voi, un giorno qualunque della vostra vita, perché all’ospedale hanno finito l’analgesico, o l’anestesista è alle Maldive, con buona pace e autorizzazione della sua struttura ospedaliera.

Quanti di voi non rimarrebbero a bocca aperta?
Ora, l’epidurale non è cosa nuova, ma in Italia non crediate che tutte se la possano permettere. Io ho due amiche che hanno partorito nel dolore perché non potevano fare altrimenti. Una delle due ha anche ottenuto la seguente rassicurazione : “Ma signora, ma non lo sa che se non soffre durante il parto non produce gli ormoni necessari ad amare il suo bambino quando nasce?” La buona parola veniva da un’infermiera. Non so se c’è un peggio alle idee barbare travestite da pseudo-scienza.

Una barbarie che si consuma sul corpo delle donne: il corpo espropriato per eccellenza, quello su cui sono altri a decidere se deve soffrire, se puo’/deve avere figli, che prezzo vale, quanto si deve umiliare in televisione o alle feste di un berlusconi (e non c’è solo lui) per ottenere un posticino, una vetrincina, magari sotto un tavolino di plexiglas (per chi non l’ha visto: “Il corpo delle donne” è un documentario che bisogna guardare). In altre società – per chiarire che il male è più ampio del nostro paesello in forma di stivale – quanto devono essere lunghi i suoi piedi, il collo, quando deve e puo’ essere sverginata e infibulata.

Insomma, quella per l’epidurale mi pare una battaglia che vale la pena, non solo per le donne coinvolte, ma per cambiare un modo di vedere il mondo e le donne, e un modo che le donne hanno di viversi, come ricettacoli di dolore inevitabile, marcate a vita da una colpa primordiale ben più grave di quella che per alcuni pesa sull’uomo; una colpa tale che merita solo di stenderci un velo sopra.

Elena Pasquinelli

L’assemblea dei delegati del PD all’estero ha eletto il suo presidente

Durante la giornata di sabato è stato votato all’unanimità di affidare la presidenza dell’assemblea dei delegati all’estero a Beatrice Biagini, eletta all’assemblea nazionale per la lista Marino nel collegio Europa 1.

Rosy Bindi e Ivan Scalfarotto, Presidente e Vice presidente dell’assemblea nazionale, hanno presieduto e accompagnato i delegati in questo momento importante della vita del PD all’estero. Per la prima volta dalle primarie del 2007 il Partito all’estero ha una presidenza dell’assemblea dei delegati all’estero.

Beatrice Biagini: “Accetto questo impegno sapendo che sarà un lavoro complesso, ma al tempo stesso un’opportunità che è data a me e a tutto il PD nel mondo per  cominciare a dare al partito lo stimolo e il contributo di chi vede l’Italia in difficoltà e vuole fare qualcosa attraverso la politica anche stando lontano.

Dalle politiche per l’infanzia, alla ricerca, ai diritti, alle priorità del lavoro e dell’innovazione, su tante delle cose su cui il nuovo segretario ha lanciato la nuova agenda del PD, gli italiani all’estero possono fornire un esempio, un’esperienza, un dato che contribuisca a capire cosa e come si fa all’estero.

E’ tempo che i 6.000 circoli italiani entrino in contatto con i 150 circoli all’estero, e questo puo’ accadere solo se le due strutture si parlano, cosa per la quale Rosy Bindi ha dato la sua disponibilità e per la quale Ivan Scalfarotto investirà la sua esperienza insieme a noi.”

L’assemblea dei delegati, composta di 44 eletti nelle quattro ripartizioni continentali (Europa, America del Nord, America Latina, Asia Australia e Africa) ha inoltre votato all’unanimità la composizione di una commissione che avrà il compito di riformare lo statuto della circoscrizione estero adeguandolo allo statuto nazionale in modo che si possa velocemente procedere alla definizione delle strutture territoriali del partito e dare regole di trasparenza e apertura affinché il PD nel mondo possa crescere e costruire quell’altrenativa di cui l’Italia ha bisogno.

“Sono onorata della fiducia degli eletti all’estero e mettero’ in questo incarico tutte le mie competenze e la mia passione, certa che il nuovo segretario Bersani saprà mettere al servizio  di tutto il partito l’esperienza dei tanti italiani all’estero che sono impegnati nel partito democratico”.

Prossima riunione PD PARIGI

La prossima riunione del circolo del PD Parigi per lunedi 9 novembre alle ore 20h si terrà

nella sede delle ACLI in rue Claude Tiller al n° 28

l’odg della riunione:
  • Valutazione primarie a Parigi e in Europa
  • assemblea nazionale del 7 novembre: comunicazione dei delegati
  • nuova segreteria e nuovi progetti di lavoro nel PD estero
  • iniziative del PD Parigi
  • varie ed eventuali
Nel corso di queste settimane sono arrivate alcune proposte per presentazioni di libri e iniziative particolari che pregherei i promotori di presentare in sede di riunione per poter organizzare il nostro calendario e condividere l’organizzazione delle manifestazioni nel corso dei prossimi mesi.
Grazie e in attesa di vederci lunedi vi auguriamo buona domenica
Beatrice Biagini
Riccardo Spezia

Risposta dell’Ambasciatore d’Italia alla lettera dell’Associazione Democratici

Riceviamo e pubblichiamo questa risposta alla nostra lettera all’Ambasciatore d’Italia a Parigi del 13 ottobre 2009:

“L’ambasciatore d’Italia

Prot. 3689

Parigi, 21 ottobre 2009

Gentili Signori,

ricordo che fa parte intrinseca della funzione di una Rappresentanza italiana all’estero tutelare l’immagine ed il decoro dell’Italia, laddove dalla libera dialettica politica nei confronti di questa o quella parte, si passi a insistite e ripetute generalizzazioni offensive nei confronti del Paese, delle sue istituzioni e persino dei suoi cittadini, come è stato purtroppo il deprecabile caso in non poche circostanze ad opera della stampa francese.

Non comprendo, quindi, perché si chieda all’Ambasciatore d’Italia a Parigi di confermare o smentire l’esistenza di non meglio precisate, presunte direttive interne del Ministero degli Esteri a Roma, in materia di rapporti con la stampa estera, solo in quanto meramente ipotizzate da un quotidiano nazionale.

La lettera che ho indirizzato al quotidiano “Libération” risponde alle normali funzioni di un Capo Missione all’estero; e ciò mi sembra risaltare dal testo stesso della mia comunicazione, che unisco in allegato, e che vi invito a rileggere con attenzione scevra da pregiudizi, visto che mi attribuite una difesa personale del Presidente del Consiglio e non dell’operato del Governo e della imparziale raffigurazione della nostra società civile che, in questa fase, sono purtroppo i grandi assenti dal dibattito politico sulla stampa estera, circoscritto a meri attacchi tutti centrati sulla persona del Presidente Berlusconi. E che l’eco all’estero dell’aspro dibattito politico in corso in Italia sia a volte mal compreso e pedissequamente riportato, comporta sempre più la rappresentazione negativa e distorta di una realtà ben diversa da quella che è in concreto, con tutte le sue luci e le sue ombre.

Distinti saluti,

Giovanni Caracciolo.”

Una proposta per il PD Parigi

Propongo alla discussione del PD Parigi una idea per rendersi utili, a noi e io credo anche al PD nazionale:
si tratta di organizzare uno spazio bimensile (in ogni modo, periodico) sul nostro blog per ospitare un dibattito sul modello lanciato da “The Economist“:
  • viene pubblicato uno statement, una affermazione
  • due persone di rilievo difendono ciascuna il si o il no allo statement (posizioni opposte), tipo “La scuola deve usare le nuove tecnologie”.
  • Ogni posizione riceve commenti a favore o contro, in particolare sotto forma di esempi, buone e cattive pratiche, moderate da un moderatore.
  • I due esperti intervengono sulla base dei commenti ricevuti, sotto sollecitazione del moderatore.
  • Alla fine del tempo assegnato, il moderatore fa una sintesi delle posizioni. I lettori possono anche votare le due posisioni e alla fine si elegge il vincitore.
Io proporrei questo strumento per dibattiti ‘tecnici’ su questioni che possono diventare proposte di legge per il PD e anche specie di referendum su questioni calde ma non troppo (stile: vauchers per l’università/no vauchers).
Dal punto di vista organizzativo, si tratta di  programmare “a inizio anno” una serie di dibattiti, identificare un moderatore adatto al tema di ogni dibattito e due esperti che scrivano una pagina ognuno sulla sua posizione e siano pronti, sotto sollecitazione del moderatore, a dare brevi risposte finché il dibattito è ‘in cartellone’.
Naturalmente uno strumento del genere diventa interessante nel momento in cui si scelgono bene i temi del dibattito e gli esperti che intervengono, ma anche nel momento in cui il dibattito viene diffuso e letto al di là del circolo ristretto del PD Parigi: se esiste un link sul sito del PD nazionale, e magari se viene pubblicizzato per ogni nuovo dibattito da organi di stampa.
Ma qual’è il fine di questo strumento? Io sono convinta da sempre che il PD abbia bisogno di fare cultura, e di fare formazione. Di non limitarsi a opinioni, ma raccogliere riflessioni, buone pratiche e conoscenze.
Le scuole di partito sono un momento importante in questo senso, che vengano organizzate dal partito o da altre fondazioni. Ma non bastano perché sono periodiche, spaziate e selettive (pochi ci aprtecipano).
Internet ci offre un mezzo eccezionale per far diventare questa come tanti altri tipi di formazione, continua e capace di raccogliere fatti, pratiche, conoscenze ‘diffusi’ e di piccola taglia, ma che messe insieme costituiscono una sacca di sapere consistente e utilizzabile per proposte di legge, e anche per favorire una cultura diversa da quella dominante.
Credo che questa forma dibattito ne sia un esempio.
Io personalmente (per lavoro) seguo un sito internet che organizza una serie di dibattiti di questo tipo sul tema dell’educazione nei paesi in via di sviluppo, e lo trovo preziosissimo. Se volete dare uno sguardo, si tratta di EDUTECH DEBATE della World bank.
Peraltro, un sito che puo’ interessare a chi, come me, pensa che l’educazione  e la formazione fin da quella primaria  dovrebbero diventare uno dei campi di battaglia privilegiati, un vero pallino, del PD, come trampolino di lancio per l’innovazione e come idea caratterizzante di questo nuovo partito.
My 2 cents,
Elena Pasquinelli