23 febbraio: PD, SPD e PS a Solferino per l’economia

Gouvernance franco-allemande : la démocratie en Europe sacrifiée?

Nous souhaitons, avec ce titre légèrement provocateur, poser le débat autour de cette fameuse entente franco-allemande qui prend une étrange tournure : Nicolas Sarkozy ne jure plus que par le modèle allemand, et Angela Merkel veut imposer sa vision du monde à tous les pays européens, sans que ceux-ci  puissent faire entendre la moindre différence. Est-ce une dérive, et ne devrions-nous pas, nous, socialistes et sociaux-démocrates, nous opposer à cette alliance aux allures de directoire ?

Nous allons discuter avec deux éminents spécialistes, un Allemand, correspondant en France du grand hebdomadaire Die Zeit, Gero von Randow, et un Italien, professeur d’économie à la Paris School of Economics, Fabrizio Coricelli :

Le Jeudi 23 Février à 19h30

Au Parti Socialiste

10 rue de Solférino

75007 Paris

Venez nombreux pour débattre de ce sujet de grande actualité !

25 anni di Erasmus di Fabrizio Giovanni Botta

Il dibattito sull’ Europa continua e per celebrare tutte quelle persone che grazie all’erasmus hanno saputo cogliere una occasione di svolta per la propria vita  vi propongo questo articolo che ho scritto proprio per celebrare il 25esimo compleanno del progetto ErasmuS-Socrates

In un vecchio continente stanco e malato come un pugile sul ring, che puo’ crollare al tappeto da un momento all’altro, resta viva una speranza. La speranza che nei prossimi anni i popoli si parleranno e comunicheranno molto di piu’ che in passato. Rispetto ad alcuni anni fa i mezzi di comunicazione si sono evoluti esponenzialmente, vedasi il boom di internet, dei telefoni cellulari ed altro ancora. Ma non é di quella comunicazione che parlo bensi’ del termine comprensione. Comunicare, anche in lingue diverse, non é un problema insormontabile. Non lo é mai stato fondamentalmente. Comprendere invece si. Un individuo può dire di comprendere un’altra persona se conosce i problemi, le paure di questa persona a partire dalle cause. E nello stesso tempo, puo’ fornire delle risposte ed un aiuto a questa persona, portandole consigli utili alla riduzione dei suoi problemi oppure anche dei loro problemi. Scrivo queste righe poiché ieri sera, accendendo il televisore, ho rivisto ancora una volta il film « l’auberge espagnol ».

Riflettendo sul significato di questo film, penso a quale lungimiranza abbiano avuto persone del calibro di Andre Honnorat oppure Jacques Delors. Il primo, nel lontano 1925, sconvolto da quanto successo qualche anno prima tra francesi e tedeschi, decise di creare la cité universitaire di Paris. In uno spazio relativamente piccolo, Honnorat volle che convivessero e si formassero insieme, le future classi dirigenti del mondo intero. Questo enorme processo fu subito stroncata dalle barbarie che investirono il nostro continente durante la seconda guerra mondiale. Questa macchina si rimise lentamente in moto nel dopoguerra, ma il contesto della guerra fredda e le divisioni che spaccavano il mondo ne tarparono le ali. Ma alla fine degli anni ottanta, forse travolti da quella stessa marea che stava arrivando dall’est, il concetto riprese anima e corpo, grazie a veri e propri visionari, come per esempio Jacques Delors. Il programma erasmus, istituito dai governatori europei di quell’epoca e di quella generazione, intuirono prima di molti altri che piu’ che un’unione politica, monetaria o economica, serviva una unione dei popoli. Solamente portando le future classi dirigenti ad aprirsi, a scoprire nuove orizzonti e a capire i problemi che gravitano nelle altrui orbite, si poteva unire e fortificare l’Europa. Sono convinto che i frutti di tutte queste decisioni inizieremo a vederli a breve, tra qualche decennio, quando una coscienza europea pervaderà le future classi dirigenti.

In molti paesi europei hanno capito che l’evoluzione del loro stato passa forzatamente per l’inserimento di giovani stranieri nei loro centri di ricerca, nelle loro università e ai vertici delle loro società. Non é stata forse questa la grandezza degli Stati Uniti ? Cervelli tedeschi dopo la disfatta, russi dopo il muro, cinesi ora. Ed in Italia ? In Italia invece no. In un paese dove, secondo le statistiche apparse ieri sui quotidiani, già una fetta della popolazione non ha accesso ai posti che gli competono. Alcun investimento é stato fatto per attirare giovani stranieri intrapendenti. Gli stranieri in Italia recuperano i lavori che gli italiani non vogliono piu’ fare. E riservano, a piccole nicchie, i posti migliori. Una mia amica, in lacrime, mi spiego’ che cosa era l’umiliazione. E difficile capire perché un laureato a pieni voti e con un eccellente curriculum, debba vedersi privato di una borsa di dottorato a vantaggio di un 45enne che possiede solamente una laurea triennale. Se é impossibile già per un italiano, come puo’ uno straniero integrarsi e svolgere una brillante carriera in Italia ?

In Europa, agli studenti erasmus si aprono porte verso stages e offerte di lavoro, gli si offre la possibilità di integrarsi e di vivere in una realtà dove, alla fine, i problemi di tutti i giorni sono gli stessi di casa sua.

In Italia, al massimo, gli si puo’ offrire un provino per il Grande Fratello. Non era quello, sicuramente, l’ideale di Honnorat…

Speriamo che i governi della TERZA REPUBBLICA condurranno la nostra nave verso questi porti…

Fabrizio Giovanni Botta

“Qui si fa l’Europa o si muore” di Giulia Serio

L’incontro organizzato ieri a Bruxelles ha regalato moltissimi spunti, e soprattutto ha mostrato come gli italiani all’estero siano una enorme risorsa per il paese. Vi offro qui un piccolo riassunto, per condividere alcune impressioni e per rendere partecipe chi non è potuto esserci.
————
La prima parte è stata dedicata dedicata all’Europa in crisi ed alla fine del progressismo. Insomma un’introduzione ampia sulle sfide del momento per l’università italiana, dettate dalla crisi e non solo.
– L’introduzione alla crisi europea è offerta da i Quattro Gatti un gruppo di studenti italiani alla LSE che da qualche anno sul loro sito offrono informazione su temi economico-sociali, utilizzando anche un formato particolarmente di successo per ora che è quello dei video informativi. Trovate qui un esempio che è stato pubblicato sul corriere – http://quattrogatti.info/index.php?option=com_content&view=article&id=225:videomanovramonti&catid=54:speciale-crisi-delleuro-e-manovra-2011&Itemid=18
Il messaggio da loro lanciato riprende il titolo dell’evento “Qui si fa l’Europa o si muore” sottolineando come la crisi trovi le sue origini nell’incompletezza della struttura istituzionale europea, che presenta ancora oggi una unità monetaria senza unità fiscale e politica.
– Ad un ultima nota maligna verso la Germania (che in effetti sembra uscire quasi rafforzata dagli ultimi eventi a detta dei Quattro gatti) risponde Daniel Gros che è il primo a parlare di società civile e corruzione. A parità di altri indicatori di performance (flessibilità, competitività etc.)  la corruzione (in termini di governance e trasparenza) è l’unico parametro in cui l’Italia si trovi significativamente sotto la media OCSE (per chi volesse approfondire Gros ha pubblicato un lavoro sull’impatto della corruzione sulla crescita italiana qualche mese fa su http://www.voxeu.org/index.php?q=node/7246)
Il Panel reagisce agli stimoli dei discorsi introduttivi, tra gli interventi più interessanti:
il fenomeno dei NEET (Not in Employment Education or Traning) si conferma come una delle emergenze del paese. l’Italia è il primo tra i paesi europei per numero di giovani che pur avendo abbandonato corsi di studio o di formazione non entrano nel mondo del lavoro.
Alessia Mosca si lancia in un discorso appassionato sulla necessità di formare gli Stati Uniti d’Europa
– Marco Simoni riprende invece il secondo argomento della sessione, la crisi del progressismo, e nota come il tema della diseguaglianza sia uscito dal dibattito elettorale. Perché i partiti escludono questo tema sociale così attuale dalle proposte di politica economica? Simoni risponde che le diseguaglianze moderne sono cambiate, e riguardano principalmente la diversità di trattamento tra precari e datori di lavoro, tra Nord e Sud del paese e pertanto faticano ad essere incorporate in politiche di partito.
———–
Il secondo Panel era quello che invece vedeva la partecipazione del nostro presidente sul tema del Brain Circulation. Doppia analisi della questione dunque, non soltanto (1) del fenomeno crescente dei giovani italiani che vanno a formarsi all’estero ma anche (2) della mancanza di giovani stranieri che vengono a studiare in Italia.
Tra le manovre più urgenti:
– il riconoscimento del titolo di studio
– il rientro dei ricercatori
– la mobilità dei docenti
– modelli Master and Back
Viene quindi introdotta il famoso disegno di legge “contro-esodo” e
– l’Onorevole Berlinguer ci racconta dell’ultimo proposta del PE per il recupero del processo di Bologna per l’equiparazione dei titoli di studio (approvato questa settimana)
–  Paolo Balduzzi presenta le sue ricerche su “l’Italia diffusa”, il fenomeno che vede giovani talenti, studenti, artisti e professionisti e l’impatto di questo fenomeno sul sistema economico italiano.
Paolo Falco della Fonderia Oxford (think tank di giovani italiani a Oxford) si sofferma invece su i problemi di equità : al momento attuale solo i giovani di una certa classe sociale riescono ad andare all’estero ed a rimanerci. Nel momento in cui questi potranno tornare, con gli strumenti previsti dal contro esodo (ex: detassazione dello stipendio per i ricercatori che tornano nelle università Italiane) questi saranno ancora più avvantaggiati rispetto agli altri rimasti in Italia.
(personalmente, penso che la questione dell’equità nella formazione sia importante e mi stupisco che sia stato lui ad averne parlato per primo, ma gli strumenti sicuramente non si trovano nella legge contro esodo, sono altri (ex: borse di studio, progetti territoriali) i mezzi per rispondere a questo problema che ci troveremo presto a dover affrontare, e sarebbe interessante poterne discutere)
–  Il nostro presidente conclude, rianimando una platea e riaffermando (nonostante l’ora tarda) l’attualità del progetto di legge presentato nel 2008, che rappresenterebbe un primo punto di scardinamento di un sistema baronale, corrotto e iniquo che assonna le università Italiane. Riassumo per coloro che non c’erano martedì, grazie a questa proposta che incentiva tramite una leva fiscale il rientro di docenti e ricercatori dall’estero si romperebbe all’apice quel circolo vizioso che vuole che per diventare ordinari in Italia si debba svendere l’anima ad un barone per 10anni e che impedisce l’introduzione di qualsiasi criterio meritocratico all’interno dell università italiane.
——
Insomma un incontro più che interessante, in cui gli italiani all’estero mostrano ancora una volontà chiara e forte di lavorare per il paese. Internet ha permesso negli ultimi anni la nascita di gruppi di Italiani che scrivono e lavorano per l’Italia e che erano tutti presenti. Un fenomeno che non deve passare inosservato.
Spero di non essere stata troppo lunga, vi auguro un buon weekend e spero di vedervi alla prossima riunione!
Un caro saluto,
Giulia