- Ritorno sull’incontro informale dei Circoli PD europei tenutosi a Parigi il 25 e 26 gennaio scorsi;
- Proposta di incontro tematico su lavoro e mobilità internazionale (insieme con INCA France e SEL Francia)
- Dibattito politico sulla legge elettorale.
Archivio mensile:gennaio 2014
Elezioni Europee 2014: Voto dei cittadini Italiani residenti all’estero
Le prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo si svolgeranno, per i cittadini Italiani residenti in Francia, venerdi 23 e sabato 24 Maggio.
Diverse sono le possibilità disponibili per esercitare il proprio diritto di voto.
Cittadini iscritti all’AIRE e/o iscritti nelle liste elettorali dei paesi ospitanti.
I cittadini che sono registrati nell’albo degli elettori dei paesi europei dove risiedono votano secondo le date e regole di voto delle popolazioni locali e per i candidati del paese ospitante.
Nel caso francese la data per potersi iscrivere alle liste elettorali locali è già scaduta.
I cittadini che non sono registrati nell’albo degli elettori del paese ospitante possono votare recandosi nei seggi italiani che saranno istituiti nelle sedi diplomatico-consolari nel paese estero di residenza.
In tal caso si votareranno le liste e i candidati italiani.
Si ricorda che per le elezioni Europee non si vota per corrispondenza.
Gli stessi cittadini possono optare di votare direttamente in Italia.
Cittadini temporaneamente residenti all’estero, non iscritti all’AIRE
I cittadini italiani temporaneamente residenti all’estero e non iscritti all’AIRE (ad esempio gli Erasmus), possono votare nel paese temporaneo di residenza recandosi nei seggi italiani che saranno istituiti nelle sedi diplomatico-consolari nel paese estero di residenza.
In tal caso si votareranno le liste e i candidati italiani.
Al fine di poter esercitare il proprio diritto di voto, tali cittadini devono fare esplicita domanda ai propri consolati territoriali di riferimento entro la data limite del 6 Marzo 2014.
Qui il link per il consolato di Parigi.
PD-EuroWorld-Café
Due giorni intensi, piacevoli, conviviali, efficaci.
Questa è stato l’ incontro informale dei Circoli europei del PD che abbiamo ospitato qui a Parigi nel fine settimana appena trascorso.
Erano presenti i rappresentanti dei Circoli PD di Barcellona, Madrid, Lione-Grenoble, Ginevra, Londra, Bruxelles, La Louvière-25 aprile, Lussemburgo, Berlino, Friburgo, Hannover, Monaco di Baviera, Rotterdam, Amsterdam, Delft, ed altri erano in collegamento skype da Wolfsburg, Lussemburgo-Agorà, Zurigo e Stoccolma, rappresentando tutti i Paesi europei per un totale di 40-50 persone.
Innovativo il metodo di lavoro basato sulla partecipazione a rotazione a tavoli tematici in cui tutti hanno avuto l’opportunità di esprimersi, lanciare idee proprie e commentare le altrui.
Alla fine la restituzione collettiva.
In attesa del resoconto che sarà reso pubblico,
ed il progetto di ripetere periodicamente l’esperienza.
Giornata della Memoria – incontro all’IIC di Parigi ore 19h
Cade oggi, 27 gennaio, la Giornata Della Memoria. Ci piace ricordare come i padri costituenti scrissero nero su bianco la seguente frase, perchè mai piu’ si riproducessero simili atrocità (articolo 3 della Costituzione italiana):
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”
Sicuramente gli anni della Seconda Guerra mondiale e dell’Olocausto sono stati il periodo più tragico del secolo scorso, che non dovremo mai dimenticare, ma che bisognerà sempre denunciare e raccontare, come ha fatto magistralmente il Corriere in questa webserie che vi proponiamo:
http://www.corriere.it/cultura/speciali/2014/il-rumore-della-memoria/notizie/qui-dove-anche-dio-ha-taciuto-eba17ec0-86b8-11e3-a3e0-a62aec411b64.shtml
Nel cammino di ricordo nel quale anche il Circolo PD Parigi si inserisce, vi invitiamo ad assistere questa sera alle ore 19h, presso l’Istituto italiano di Cultura di Parigi, alla presentazione del libro di Diego Dilettoso ‘La Parigi e la Francia di Carlo Rosselli’. Due storici italo-francesi, Eric Vial et Alessandro Giacone, ripercorrono una biografia intellettuale dell’antifascismo in esilio, ricostituita attraverso i luoghi della memoria. Carlo Rosselli, collaboratore di Piero Gobetti e fondatore di Giustizia e libertà, fu ucciso, assieme al fratello Nello, il 9 giugno 1937 a Bagnoles de l’Orne, in Francia, da alcuni sicari mandati da Mussolini.
Il video postato qui sotto ne ritraccia la storia, nonché i valori e la fierezza di difendere i principi di giustizia e libertà:
http://www.youtube.com/watch?v=nokihdGPntY
La Dichiarazione universale dei diritti umani, firmata a Parigi nel 1948, fu figlia anche delle battaglie di Rosselli, un nostro valoroso e onesto compagno, emigrato anche lui a Parigi!
La diaspora dei ricercatori italiani nei dati ERC
Il 14 gennaio sono stati pubblicati i risultati per i Consolidator Grant distribuiti dallo European Research Council (ERC) nel 2013. Questi finanziamenti, tra i più prestigiosi e ricchi al mondo, coprono uno spettro molto ampio di discipline scientifiche e umanistiche, e sono destinati a ricercatori che abbiano tra i sette e i dodici anni di esperienza nella ricerca dopo il dottorato. I vincitori ricevono in media poco meno di 2 milioni di euro per finanziare il loro gruppo, che lavorerà per massimo cinque anni sul progetto selezionato. Oggi questi finanziamenti rappresentano per gli scienziati di tutta Europa non solo una prestigiosa occasione di affermazione scientifica, ma anche uno dei modi più diretti per ottenere una posizione stabile in un momento in cui il calo delle assunzioni nella ricerca sembra raggiungere livelli mai visti.
È quindi molto interessante leggere le statistiche pubblicate dall’ERC e relative ai finanziamenti assegnati quest’anno. Queste forniscono un quadro se non completo, quanto meno eloquente della mobilità degli scienziati di tutta Europa, della qualità degli istituti che li accolgono, e della ripartizione tra i sessi nelle varie discipline e nazioni. Un dato di interesse generale è ad esempio che, se la percentuale di premi assegnati a donne è ancora piuttosto bassa (24%), è però in lento aumento rispetto agli anni passati (era al 22.5% nel 2012).
Per noi italiani questi dati sono anche e soprattutto una rappresentazione emblematica dei problemi della ricerca nel nostro Paese. Leggendo le statistiche pubblicate dall’ERC, si comincia da un dato piuttosto negativo per i nostri istituti: l’Italia è solo sesta, a pari merito con la Spagna, come host institution (pagina 3), e accoglie quasi esclusivamente ricercatori italiani (pagina 6).
Allo stesso tempo i ricercatori italiani hanno un successo eccezionale: sono secondi per numero di borse vinte, appena dietro ai tedeschi. Questo dato è ancora più significativo se si pensa che gli italiani nel mondo sono poco più della metà dei tedeschi.
Di questi brillanti ricercatori italiani però, più della metà andranno a lavorare, con i loro fondi in tasca, all’estero, come si vede dall’impressionante grafico qui sotto (e a pagina 5 del documento).
Questi dati, in fondo, non fanno che confermare quello che gia’ sapevamo. L’università, e prima ancora la scuola, italiane sono capaci di produrre ricercatori preparati e competitivi a livello internazionale, che però non hanno prospettive concrete in Italia e sono quindi spinti a partire e fare carriera altrove. Spesso mi è capitato di sentir dire come il problema non sia quello dei ricercatori italiani che vanno all’estero, considerato da molti come il segno di una sana mobilità, ma piuttosto la scarsa ospitalità e attrattività degli istituti italiani per i ricercatori stranieri. Tuttavia, i dati pubblicati dall’ERC smentiscono violentemente la premessa: quella dei ricercatori italiani non è mobilità, ma una vera e propria diaspora dovuta alla frustrante mancanza di prospettive che per di più sembra essere, e sappiamo essere, indipendente dal loro merito.
Questi dati mettono anche in luce quanta ricchezza intellettuale e pecuniaria (visto che una fetta di questi finanziamenti milionari finisce direttamente nelle casse degli istituti ospiti) l’Italia stia sprecando. In questo senso, e considerata l’età media di 39 anni dei vincitori dei Consolidator Grants, viene da chiedersi se il successo dei ricercatori italiani in Europa non sia parte di un’eredità storica delle nostre università destinata però a deteriorarsi rapidamente a colpi di tagli sui finanziamenti e blocco delle assunzioni.
Speriamo che i politici italiani restino anche loro impressionati quanto noi dai dati dell’ERC, e che ricomincino a dedicare la giusta attenzione a questo spreco di risorse in un ambito strategico per lo sviluppo del nostro Paese.
Camilla Maiani