Una proposta per il PD Parigi

Propongo alla discussione del PD Parigi una idea per rendersi utili, a noi e io credo anche al PD nazionale:
si tratta di organizzare uno spazio bimensile (in ogni modo, periodico) sul nostro blog per ospitare un dibattito sul modello lanciato da “The Economist“:
  • viene pubblicato uno statement, una affermazione
  • due persone di rilievo difendono ciascuna il si o il no allo statement (posizioni opposte), tipo “La scuola deve usare le nuove tecnologie”.
  • Ogni posizione riceve commenti a favore o contro, in particolare sotto forma di esempi, buone e cattive pratiche, moderate da un moderatore.
  • I due esperti intervengono sulla base dei commenti ricevuti, sotto sollecitazione del moderatore.
  • Alla fine del tempo assegnato, il moderatore fa una sintesi delle posizioni. I lettori possono anche votare le due posisioni e alla fine si elegge il vincitore.
Io proporrei questo strumento per dibattiti ‘tecnici’ su questioni che possono diventare proposte di legge per il PD e anche specie di referendum su questioni calde ma non troppo (stile: vauchers per l’università/no vauchers).
Dal punto di vista organizzativo, si tratta di  programmare “a inizio anno” una serie di dibattiti, identificare un moderatore adatto al tema di ogni dibattito e due esperti che scrivano una pagina ognuno sulla sua posizione e siano pronti, sotto sollecitazione del moderatore, a dare brevi risposte finché il dibattito è ‘in cartellone’.
Naturalmente uno strumento del genere diventa interessante nel momento in cui si scelgono bene i temi del dibattito e gli esperti che intervengono, ma anche nel momento in cui il dibattito viene diffuso e letto al di là del circolo ristretto del PD Parigi: se esiste un link sul sito del PD nazionale, e magari se viene pubblicizzato per ogni nuovo dibattito da organi di stampa.
Ma qual’è il fine di questo strumento? Io sono convinta da sempre che il PD abbia bisogno di fare cultura, e di fare formazione. Di non limitarsi a opinioni, ma raccogliere riflessioni, buone pratiche e conoscenze.
Le scuole di partito sono un momento importante in questo senso, che vengano organizzate dal partito o da altre fondazioni. Ma non bastano perché sono periodiche, spaziate e selettive (pochi ci aprtecipano).
Internet ci offre un mezzo eccezionale per far diventare questa come tanti altri tipi di formazione, continua e capace di raccogliere fatti, pratiche, conoscenze ‘diffusi’ e di piccola taglia, ma che messe insieme costituiscono una sacca di sapere consistente e utilizzabile per proposte di legge, e anche per favorire una cultura diversa da quella dominante.
Credo che questa forma dibattito ne sia un esempio.
Io personalmente (per lavoro) seguo un sito internet che organizza una serie di dibattiti di questo tipo sul tema dell’educazione nei paesi in via di sviluppo, e lo trovo preziosissimo. Se volete dare uno sguardo, si tratta di EDUTECH DEBATE della World bank.
Peraltro, un sito che puo’ interessare a chi, come me, pensa che l’educazione  e la formazione fin da quella primaria  dovrebbero diventare uno dei campi di battaglia privilegiati, un vero pallino, del PD, come trampolino di lancio per l’innovazione e come idea caratterizzante di questo nuovo partito.
My 2 cents,
Elena Pasquinelli

3 pensieri su “Una proposta per il PD Parigi

  1. La proposta di Elena mi trova d’accordo.
    Forse la trovo un poco troppo tecnica, forse più adeguata allo spirito del sito che lei, per lavoro, segue che a un movimento, un partito. Ma ritengo sia una strada da seguire per i grossi temi.
    Non dimentichiamo che nella realtà come quella del PD in Francia (ma anche in altre occasioni all’estero si tratta di poter coinvolgere iscritti e simpatizzanti sparsi su vasti territori e che difficilmente possono convergere regolarmente verso la sede del partito (nel caso della Francia a Parigi).
    Personalmente vivo nella Charente Maritime, ma conosco simpatizzanti in Bretagna che come me vorrebbero meglio partecipare alla vita del partito.
    L’impiego di internet consente certamente un maggiore coinvolgimento.

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  2. La proposta é sicuramente molto interessante. Mi permetto di fare un piccolo appunto per quello che riguarda la scelta di eventuali tematiche. I circoli PD in Francia (come del resto quelli in altri Paesi del mondo) hanno la grande fortuna di poter essere delle teste di ponte ideali per il confronto fra idee e culture differenti, quella Italiana e quella del paese “ospite”. A mio parere sarebbe un peccato concetrare il dibattito solo su problematiche interessanti unicamente l’Italia. La scelta dei temi di confronto dovrebbe essere il più possibile “trasversale” per permettere di impiegare al meglio la connotazione intrinsecamente “bi-nazionale” che fa la forza dei Circoli esteri e di quello di Parigi in particolare, di cui sono membro da qualche giorno. Si potrebbe, ad esempio concentrarsi su problemi quali quello del così detto “diritto di respingimento” degli stranieri presente tanto in Italia che in Francia, anche se in modo più ufficioso… oppure sul rapporto tra immigrazioe, religione e laicità… altro “vasto programma”interessante i due paesi.
    Insomma, credo che se vogliamo ampliare la conoscenza esterna del circolo sia a Parigi che presso il PD in Italia sia indispensabile non tralasciare l’attualità Francese, la quale, essendo spesso simile a quella italiana, potrà servirci di volta in volta da elemento di confronto e dibattito con la realtà italiana.Questo ci permetterà di avanzare analisi politiche più originali e, perché no, formulare proposte.

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  3. Vorrei innanzitutto incoraggiare tutte le iniziative che verranno messe in atto grazie al nostro splendido circolo ed alle ottime persone volenterose che dedicano (devo dire con grande bravura) molte energie nel portare avanti le idee e le attività.
    Ognuno ha visto quale realtà sociale compone il circolo ma chi, come me, vive da molti anni in Francia, saprà che vi sono molti rifugiati ed ex rifugiati politici, persone che non possono o non vogliono tornare in Italia perché sanno che le loro libertà verranno meno. Molte persone che ho incontrato mi hanno fatto il rimprovero di non avere uno spazio per poter dire la nostra, per poter far passare il messaggio che un altro mondo é possibile, che si puo cambiare.
    Le mozioni forse non hanno provocato l’emozione ma di emozionati in Francia ve ne sono, sono gli italiani che fuggono dal precariato certo del mondo del lavoro, son quelli che fuggono da un sistema educativo destinato a fornir meno opportunità di vera cultura e capacità ad esser concorrenti; sono quelli per i quali e le quali non vi sono leggi a tutelare la loro vita di coppia qualunque essa sia, non vi é la sanità pronta a permettere un minimo salutare isomma …. non ho nulla per gli erasmus di passaggio o meno, nulla contro chi vuole riformare e dibattere sui valori e sulle idee e le riforme ma davvero OCCUPIAMOCI DI COLORO CHE SONO ITALIANI, LAVORANO QUI, VIVONO QUI, e vorrebbero un giorno poter scegliere nell’indifferenza in quale paese svolgere la loro vita perché oggi non é cosi.
    In italia si puo morire di lavoro, si puo morire di violenza xenofoba ed omofoba, si puo morire di precarità e se non mostriamo noi l’esempio che un altra italia é possibile non vedo chi lo potrà fare per noi e per loro.
    Abbiamo ocasioni infinite per dire alla destra che ci siamo, che vogliamo e che faremo.
    Se non sviluppiamo il circolo a coloro che anche solo per una volta hanno voglia di seguirci ed appoggiarci per farci vivere e crescere per poi poter contare beh … lo status quo potrà appagare alcuni, ma gli italiani di qui capiranno che siamo l’ennesima befffa e che sarà meglio stare qui in silenzio lasciando perdere coloro che sempre di piu sprofonderanno l’italia da rango in rango in tutte le classifiche possibili.
    Questa non é una critica ma una voglia di fare voce, di cercare gli amici compatrioti e di dirgli amico/a vieni che c’é da dire la tua perché esisti, conti e sarai protagonista per il domani tuo, dei tuoi, di noi.
    In bocca al lupo a tutti/e e davvero grazie d’esistere e grazie d’accogliermi/ci anche solo sul web ,nelle strade e piazze, nei circoli e negli ideali.

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