Tatafiore e testamento biologico

di Elena Pasquinelli

Si è suicidata una donna, Roberta Tatafiore (articolo).
Forse alcuni di voi la ricordano come un’esponente delle voci femminili in Italia, se si puo’ ancora dire: femministe.

Ecco quello che scriveva in febbraio, alla luce del caso Englaro:

A corpo freddo (di Eluana) e a mente raggelata (la mia) mi interrogo sulle ragioni dell’esito paradossale del cosiddetto Caso Englaro : il padre di Eluana è riuscito sì a liberare sua figlia da una vita-non vita (e in questo gli va tutta la mia solidarietà), ma a un prezzo molto alto: avremo la legge peggiore che esista al mondo sulle volontà di fine vita, malgrado la grande mobilitazione di tante teste competenti e intelligenti e dei sempre generosi Radicali per far sì che ciò non avvenga. A meno di clamorosi cambiamenti durante l‘iter accelerato della legge, dopo la legge la libertà di donne e uomini farà un passo indietro altrettanto clamoroso. La vittoria del padre di Eluana per sua figlia, sancita dai tribunali, si rovescerà in una sconfitta per tutti – sancita dal parlamento. Una vittoria di Pirro, politicamente parlando.

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Una parabola laica (Elena Pasquinelli)

Un uomo va dal legislatore e gli dice: senta per me la vita è un dono di cui io non posso disporre, un qualcosa di molto superiore alla piccolezza della mia condizione umana; sono preoccupato perché il giorno in cui la mia capacità di esercitare la mia volontà e anche la mia coscienza venissero a mancare, ovrrei veder rispettata questa mia profonda convinzione. Che la vita non è mia e non ne posso decidere, essa mi sarà tolta o data da Colui che questa vita regge.

Il legislatore pone delle domande: mi scusi ma se la sua vita è indisponibile, noi cosa possiamo fare per aiutarla? Cosa preferisce che facciamo nel caso di una malattia grave: non vuole essere curato, perché la sua vita dipende dal suo Dio?

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Una richesta alla Direzione del PD: Posizione netta sul caso Englaro

Il Governo italiano ha ieri varato un Decreto Legge volto a impedire la procedura di interruzione dell’alimentazione a Eluana Englaro. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano aveva segnalato il suo disaccordo in nome “del fondamentale principio della distinzione e del reciproco rispetto tra poteri e organi dello Stato”, che “non consente di disattendere la soluzione che per esso è stata individuata da una decisione giudiziaria definitiva sulla base di principi, anche costituzionali, desumibili dall’ordinamento giuridico vigente” (Vedi Lettera di Napolitano.). Il Governo ha deciso di ignorare la lettera del Presidente della Repubblica e di dar comunque via libera al provvedimento.

In merito all’azione del Governo, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha dichiarato, tra le altre cose, che “”Se il Capo dello Stato decidesse di caricarsi della responsabilità di una vita, e considerasse di non firmare il decreto inviteremo il Parlamento a riunirsi ad horas e approvare in 2-3 giorni una legge che anticipi la legge già all’esame delle Camere, che contiene questa norma”, esplicitamente offendendo il Presidente Napolitano equiparando la sua azione a un’omissione di soccorso. Ha inoltre asserito che tra i motivi che ispirano la sua azione c’è il seguente:  la Englaro è “una persona che potrebbe anche avere un figlio”. (Vedi Dichiarazioni di Berlusconi.)

I membri del Circolo di Parigi del Partito Democratico e l’Associazione Democratici Parigi, di fronte alle gravissime ed irresponsabili azioni e parole del Presidente del Consiglio e del Governo da lui diretto, chiedono con forza alla Direzione Nazionale di assumere le seguenti iniziative:

1. Prendere una posizione netta e inequivoca sul caso di Eluana Englaro, riconoscendo la validità giuridica e il buon fondamento morale delle decisioni di giustizia. Se per caso ci fossero ancora indecisioni nel PD, proporre una mozione alla Direzione, con il vincolo di attenersi al risultato del voto per tutti i parlamentari del PD.

2. Censurare l’operato del Governo sullo strappo istituzionale e indicare la volontà chiara di non procedere a nessun dialogo istituzionale se non vengono prima offerti segnali inequivocabili di rispetto delle prassi istituzionali e dei principi della Costituzione. In particolare presentare le proprie scuse formali al Presidente Napolitano.

3. Richiedere le scuse formali e ufficiali del Presidente del Consiglio a tutte le donne italiane, offese dalle parole sventate e inaccettabili che mostrano di considerare la donna come semplice portatore di figli a prescindere dalla propria volontà di averne, parole tanto più gravi in quanto riferite all’esempio dolorosissimo di Eluana Englaro.

4. Proporre che il padre di Eluana, Beppino Englaro, sia nominato per la Medaglia al Merito Civile della Repubblica Italiana per la sua coraggiosa battaglia civile.

I Democratici Parigi

Una questione di rispetto

Qualcuno si è chiesto cosa prova una donna a sentirsi dire che il corpo di una donna in stato vegetativo può avere figli?

Non parlo di problemi di bioetica, o di laicità, o di decidere dove comincia e dove finisce la vita.
Vi lascio le questioni spinose, e anche quelle pseudo-scientifiche.
Viva o morta, una cosa è sicura: quella donna non può decidere di avere un figlio.
Ipotizzare che abbia un figlio, è ammettere che un corpo di donna possa essere usato per avere un figlio senza che la volontà di questa donna c’entri per nulla.
Come donna mi sento profondamente offesa da un presidente del consiglio che si permette impunemente di calpestare la sensibilità e la libertà delle donne.
E come donna chiedo al nostro partito di prendere una posizione dura, netta, senza compromessi sull’operato di questo governo.
Che non esita a calpestare né lo Stato né  suoi cittadini. Che finge di chiedere giustizia di fronte alla violenza contro le donne, ma poi non perde occasione di fomentare un clima di mancato rispetto verso le donne, di svuotare le scelte che riguardano il loro corpo di qualsiasi significato e valore.
Che non si giustifichi questa volta e come al solito con un “mi hanno frainteso”, o che almeno lo faccia ufficialmente, con delle scuse alle donne.
E che il PD queste scuse le chieda in maniera ufficiale, nel momento in cui chiederà, spero, chiarimento su un comportamento istituzionale inaccettabile in un paese democratico e dotato di una costituzione.
Vi chiedo, come PD di inviare una lettera ai nostri vertici per chiedere scuse ufficiali da parte del Presidente del Consiglio, da leggere in Parlamento e da pubblicare sui giornali e sui diversi blog del partito
Elena Pasquinelli, Parigi