Un professore di storia viene ucciso (decapitato) a Conflans-Sainte-Honorine, in Région Parisienne, per aver mostrato ai suoi allievi le caricature di Charlie Hebdo su Maometto (all’origine degli attentati contro la Francia, tra cui la strage alla redazione della rivista, nel gennaio 2015).
L’assassino, almeno così appare dalle prime ricostruzioni, è un diciottenne che ha abbracciato la “jihad”, (la guerra santa dell’integralismo islamico), poi ucciso a sua volta dalla polizia.
Questo abisso di orrore ci ricorda quanto sono preziosi e fragili i principi di libertà e tolleranza. Principi che permettono, tra le altre cose, di credere o meno, di professare la propria religione (qualunque essa sia) o nessuna, di esercitare il proprio diritto di critica. E anche quello di satira, di sberleffo.
La satira e lo sberleffo possono essere urticanti (sono fatti apposta). Ma il confine non è tra chi apprezza la satira di Charlie Hebdo e chi no. Così come il confine non è tra non credenti, musulmani, ebrei o cristiani.
Il confine è invece tra chi crede a libertà e tolleranza come elementi costitutivi della convivenza civile, da una parte, e gli intolleranti e fanatici dall’altra.
“La tolleranza non ha mai provocato una guerra civile; l’intolleranza ha coperto la terra di massacri”, dice Voltaire.
La Francia, il paese in cui viviamo, in tema di tolleranza e libertà ha una lunga tradizione. Il PD Parigi, nel suo piccolo, farà sempre del suo meglio per contribuire a difenderla contro l’orrore del fanatismo intollerante. A tenere alta questa bandiera, che è la nostra.
