“L’emendamento alla riforma della Legge elettorale, che introduce la possibilità di candidare nella Circoscrizione estero cittadini italiani residenti in Italia mentre nega agli iscritti all’AIRE di candidarsi nel nostro Paese, costituisce una palese discriminazione tra cittadini e potrebbe configurare una eccezione di incostituzionalità”. È quanto dichiarano in una nota congiunta i segretari dei Circoli del Partito Democratico nelle ripartizioni dell’America Settentrionale e Centrale, Europa e America Meridionale.
“Questa norma contraddice le ragioni etiche, politiche ed economiche e le lunghe battaglie che hanno portato alla modifica costituzionale approvata il 17 gennaio del 2000, con l’istituzione della circoscrizione estero e l’assicurazione dell’effettività dell’esercizio del pieno diritto di voto dei cittadini residenti all’estero al fine di una loro rappresentanza diretta”. I firmatari proseguono “Il rischio è di veder catapultare nelle ripartizioni estere dei candidati senza alcuna conoscenza delle realtà, delle problematiche, delle potenzialità del territorio e delle comunità, con cui non potranno aprire un dialogo fruttuoso poiché non vivono in loco. Non vorremmo che una parte dei 18 seggi attribuiti alla Circoscrizione estero sia riservata a coloro che, per diverse ragioni, non possono essere candidati in Italia”.
“Da parte nostra dichiariamo ” proseguono, “ che in questo modo si svilisce il lavoro di noi Segretari del PD all’estero e non si valorizzano le esperienze, le attività e il contributo politico e sociale che i nostri Circoli mettono in campo ogni giorno, con impegno e senso di responsabilità nelle aree di nostro riferimento.”
“Siamo pertanto convinti” concludono, “che introdurre una tale inaccettabile disparità nei diritti politici proprio alle porte delle elezioni non incoraggi i tanti volontari e iscritti che dedicano il loro tempo a beneficio del PD. ”