Ricostruire

Il corpo delle donne  e la voce del PD

L’ho rivisto con piacere. Quando « Il corpo delle donne » è uscito gli ho fatto pubblicità. Stasera l’ho rivisto su un grande schermo. L’effetto è ancora più forte, più viscerale. Alla fine della proiezione è iniziato il dibattito. Avrei voluto dire quello che pensavo. Intervenire per dar luce alla mia opinione. Avrei voluto intervenire quando con un francese forse un po arrugginito, Lorella cercava di chiedersi cosa avviene nella testa di un ragazzino che segue il catechismo e poi assorbe una visione deforme della vita in tv. Avrei voluto aiutarla a dire che i pedagogisti conoscono bene l’ffetto che ha un “paradosso”, e che gli psicologi aiutano molto dopo a curarne gli effetti. Non mi sarebbe dispiaciuto rispondere a chi le criticava che non basta, o avrei gioito ad approvare con un mio intervento il plauso della gran parte che apprezzava.

Avrei voluto… ma sono stato zitto.

Nella mia mente si disegnava solo una immagine. Quella di una città bombardata, completamente distrutta. E per terra nel mezzo della via un uomo ferito. Intorno a lui alcune persone in silenzio, iniziavano pian piano a discutere sul da farsi. Questa immagine ha continuato al rientro, nel metro, da una stazione all’altra. Improvvisamente arriva una ragazza con un bicchiere d’acqua. Si inchina e lo da al ferito. Intanto la gente continua a ipotizzare il “da farsi”.

Avrei voluto solamente dire “GRAZIE  Lorella”.

Mentre la fisarmonica scordata di un musicista mi accompagnava, dentro di me si schiariva una idea. Devo ascoltare, a volte tacere, spesso fare. Non essere intervenuto non ha intaccato la mia intelligenza. Spesso ho l’occasione di ascoltare dibattiti o avere opinioni discordanti, ma non ho più voglia di criticare chi porta il bicchiere d’acqua perché non è sufficiente.

Poi vedo la mia Italia. Un città bombardata. La persona che porta un bicchiere d’acqua al ferito non sta ricostruendo la città. Ma devo solamente dirle GRAZIE.

Troppe volte sono rimasto  interdetto dall’attacco a chi fa qualcosa. “Bisognerebbe fare altro” o “non è abbastanza”. Sono anni che sogno una sinistra dove si impari ad ascoltare, a ringraziare e a fare il passo successivo. Forse è anche per questo che siamo lontani dalla gente. Invece di dire solamente GRAZIE, facciamo rumore e nascondiamo un bel gesto.

Chissà se un giorno il PD o quello che ne sarà riuscirà a (ri)trovare questo spirito.

Enrico Panai

Ps. Stasera non riesco a parlare con la logica, ma solo con la pancia.

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