Venerdì scorso (7 giugno) il PD Parigi ha ospitato Tommaso Nannicini. Economista, senatore PD (membro della XI Commissione permanente Lavoro e Previdenza sociale), consigliere economico e sottosegretario alla presidenza del consiglio durante la passata legislatura. Ecco alcuni dei temi proposti alla discussione, e qualche flash delle sue risposte.
– Al governo M5S-Lega, è sufficiente opporre posizioni di realismo e razionalità economica? No. Certo, bisogna ricordare agli italiani (a cui, tradizionalmente, piacciono il debito pubblico e il ris
parmio privato) che pagare troppi interessi sul debito significa non avere soldi per fare altro: istruzione, sanità… Ma proporsi come il partito del “buon senso” e della razionalità economica non è sufficiente. Così come sarebbe sbagliato inseguire gli avversari politici sul terreno della demagogia. Il PD deve avere un ruolo diverso.
– il PD, secondo i dati elettorali, oggi è votato soprattutto da ceti di reddito e istruzione medio-alti. La Lega è molto votata dalle classi popolari. Un paradosso.
Un fenomeno che va al di là della situazione italiana, lo si ritrova in tutto l’Occidente. La Lega propone un programma liberista adatto a imprese e a persone di reddito alto, e al tempo stesso riesce ad accaparrarsi i consensi popolari utilizzando il tema dell’immigrazione, giocando sulle paure e sul bisogno di protezionismo che sembra emergere nella società ita
liana. Il PD può ritrovare le classi popolari con una vera attività sul famoso territorio, quello delle vecchie sezioni, e ricordando quel che diceva Pietro Nenni: sinistra è portare avanti chi è nato indietro.
Immigrazione, appunto: in Danimarca la sinistra torna a vincere proponendo politiche di chiusura. Un altro paradosso? O un segno di cui tenere conto?
da una presunta “invasione” e poi si scandalizzano perché la badante che lavora a casa loro non riesce ad avere i documenti in regola… L’immigrazione può davvero essere positiva per la nostra economia e la nostra demografia, ma perché questo discorso sia credibile e comprensibile, bisogna che sia fatta attraverso un percorso legale, che sia riconosciuta, governata.

Non è solo dialettica politica: i rischi sono veri. E il governo, di questo passo, si troverà costretto a scegliere tra tagli pesanti alle spese, quindi ai servizi pubblici, e aumento della tassazione. Forse sarà costretto a fare entrambe le cose.– Identità e linea politica del PD. Il progetto del PD era quello di una “vocazione maggioritaria”, in cui potessero ritrovarsi anime diverse: una bicicletta con una ruota socialdemocratica e una liberal-democratica, che da un lato spinge su politiche sociali e dall’altro magari fa le liberalizzazioni là dove ci sono monopoli e rendite di posizioni. Se la bicicletta funziona e cammina, quel progetto funziona. Ma se la coabitazione tra anime diverse significa ritrovarsi in una melassa, appiccicosa e impossibilitata ad agire, allora quel progetto non funziona più. Sì alla bici, insomma, ma no alla melassa.
Grazie a Tommaso Nannicini, ad Alessandro Tondini e Francesco Filippucci, che hanno organizzato l’incontro, a Lodovico Luciolli per il prosecco gentilmente offerto, alla Sezione PS del 5émé (328, rue Saint-Jacques) che ci ha ospitati e a Pino Marsicano che ha recuperato la chiave. E a tutti i compagni che sono intervenuti.