21 marzo 2019. Place de l’Odéon, Parigi. Davanti al Théâtre de l’Europe.
Primavera non bussa, lei entra sicura (cantava de André): anche a Parigi, è la primavera dell’Europa. Con una Bella ciao cantata in chiave europea, le parole di Victor Hugo e quelle di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi. Che ci dicono alcune cose. E cioè che il progetto europeo prima di tutto significa pace, e segna il confine tra le forze che vogliono rinchiudersi nei propri confini (e nutrirsi della cultura del nemico) e quelle che vogliono invece aprirsi alla cultura degli altri. Un’analisi, quella di Spinelli e Rossi, scritta nel 1941, e perfetta per l’oggi.
Non credete a chi vi dice che bisogna scegliere tra un’Europa tecnocratica e fredda, l’Europa dei parametri del Fiscal Compact, da una parte, e il cosiddetto sovranismo populista dall’altra. La scelta è invece tra il recinto degli stati nazionali, e la prospettiva di un’Europa libera, unita, federale, democratica, capace di tutelare e rafforzare il proprio modello sociale. Primavera 2019, primavera dell’Europa.
La Bella d’Europa ciao, testo originale di Paolo Modugno, la trovate qui: https://www.facebook.com/783548248363762/posts/2261140350604537?sfns=mo