Nei giorni scorsi il circolo del PD di Parigi ha espresso congratulazioni e appoggio a Benoît Hamon, vincitore delle primarie del PS (e dei suoi alleati radicali ed ecologisti) e quindi candidato alle prossime presidenziali francesi. Congratulazioni e appoggio che ci sarebbero state anche se il vincitore fosse stato diverso, e che nascono innanzitutto (al di là dei giudizi specifici sulle linee dei diversi candidati) da due elementi. Il primo, che è un dato di fatto, è la convinta appartenenza del PD e del PS francese alla stessa famiglia, quella del socialismo democratico; il secondo è il principio di accettazione del responso di primarie aperte, come espressione di una scelta libera e democratica.
Tuttavia, all’interno del circolo è emersa subito anche un’altra esigenza.Quella di misurarsi con la presenza di due candidati esterni al PS ma riconducibili, in modi e gradi diversi, alla tradizione progressista o di “centro sinistra”. Da una parte Jean-Luc Mélenchon, alla sinistra del PS, dall’altra Emmanuel Macron, su posizioni social-liberali, verso il centro dello schieramento.
Certamente lo spazio politico che parte da Mélenchon, attraversa Hamon e giunge fino a Macron è vasto. Ma sappiamo che questa frammentazione non nasce ex nihilo, sappiamo che corrisponde a una difficoltà di rappresentazione politica, da parte dei partiti storici, che è un dato del nostro tempo. Non possiamo ignorarne l’esistenza, e del resto sappiamo che ampio è anche lo spettro di posizioni e sensibilità esistenti all’interno del PD; per motivi storici e e culturali, probabilmente ben più di quello rappresentato dal PS. Così come non possiamo ignorare che la vittoria di Hamon sposta il baricentro della politica del PS, in alcuni casi su posizioni anche inedite (vedi il “revenu universel”). Un dato politico su cui ciascuno darà da sé il proprio giudizio, ma che in ogni caso è significativo e non può essere ignorato.
Per tutto questo complesso di cose (direbbe Paolo Conte), certo senza venire meno alla nostra fratellanza con il PS francese, abbiamo deciso che nei prossimi incontri del nostro circolo parigino cercheremo di ospitare, capire e discutere le ragioni di tutti coloro che, in modi anche molto diversi, si propongono di rappresentare in Francia i valori della sinistra, o se preferite del centro – sinistra (ci permetterete di non soffermarci sul dilemma se con trattino o senza).
Senza preclusioni, senza pregiudizi. Ma con la voglia di confrontarci, capire, conoscere, scegliere.
Circolo PD Parigi
L’iniziativa è positiva e darà, spero, ottimi risultati arricchendo il nostro dibattito. Vorrei solo far notare che gli ecologisti francesi sono divisi, e che solo una parte di loro, rappresentata da Eric de Rugy ha partecipato alle primarie. Sarà interessante conoscere la posizione che assumerà Jadot nei confronti di Hamon.
"Mi piace""Mi piace"