Lettera al Segretario del PD e alla futura segreteria nazionale

Caro Segretario, cari amici e compagni della futura segreteria nazionale,

Dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre, una nuova fase si è aperta per il Paese. Ma una cosa rimane: il ruolo chiave del PD. Nato da diverse e molteplici sensibilità politiche e culturali, il PD deve restare tale. Ricco di forti personalità capaci di agire su base comune verso obiettivi comuni, il PD deve conservare questa sua ricchezza di organismo politico collettivo. Radicato sugli ideali di giustizia e libertà del nostro popolo e dell’Unione Europea, il PD deve vivere ed operare con il popolo, non come parte di un “establishment” italiano ed europeo.

Ecco perché vogliamo con questa lettera assicurare il nostro sostegno alla futura segreteria nazionale PD, che si accinge ad attuare i cambiamenti necessari a ripartire ma necessariamente aprendosi ad integrare tutte le componenti come organismo collettivo di governo del partito. Fra questi, tre ci paiono cruciali per raccogliere la sfida che gli elettori ci hanno proposto.

Il primo è riagganciare il partito alla gente. Questo legame esiste, è sempre esistito, ed è fatto in primo luogo da circoli e iscritti, risorse uniche. Dobbiamo valorizzarle, dando loro maggiore ascolto ma anche chiedendo una partecipazione più attiva. Non solo alla comprensione del territorio, ma anche all’elaborazione della linea. Sono le proposte sulla forma partito avanzate dai circoli europei, dopo un lavoro di mesi.

Il secondo cambiamento nasce da un problema di fondo: malgrado un miglioramento del quadro macroeconomico anche grazie alle riforme di questa legislatura, disoccupazione e impoverimento sono rimasti nella quotidianità di milioni di Italiani. Dal loro punto di vista, il Governo e i partiti che lo hanno sostenuto hanno fallito la loro missione. Non possiamo che ammetterlo e quindi abbandonare con una sincera autocritica una narrazione falsamente ottimistica della realtà, su cui peraltro agiscono tantissimi elementi negativi passati e presenti che permangono e restano decisivi per spiegarne la durezza.

Questo disagio, nato da anni di crisi e disuguaglianze rampanti, è la benzina del populismo, ed ha contribuito alle sue eclatanti vittorie, perfino negli Stati Uniti, tornati a tassi di crescita e occupazione che noi neanche ce li sogniamo. È ormai evidente che nessun governo, a maggior ragione se di sinistra, può più permettersi di trascurare questo problema e sopravvivere ai populismi.

Riconoscendo che occorre creare la ricchezza prima di spartirla, e incoraggiando ogni riforma che produca crescita ed occupazione entro ragionevoli vincoli di bilancio, auspichiamo quindi che il PD intervenga con decisione sulla disuguaglianza con politiche redistributive efficaci.

Il terzo cambiamento indispensabile è migliorare qualità della nostra classe dirigente. Le nostre ultime disavventure nella pubblica amministrazione ci sono costate care. Ma quelle del Movimento 5 stelle mostrano che possiamo batterli selezionando sistematicamente amministratori competenti, irreprensibili, innamorati del Paese. Siamo convinti che nel PD i candidati non manchino e che devono essere cercati dalla base del partito e non co-optati dal vertice solitario della segreteria.

Buon lavoro,

il Circolo PD Parigi

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