“Crisi della rappresentanza” è una delle espressioni che ricorrono con maggior frequenza nel dibattito politico contemporaneo. 
 
E’ in crisi la credibilità delle istituzioni, sotto colpi di una recessione economica che minaccia conquiste sociali e stili di vita che i cittadini (perlomeno gli europei) davano per acquisiti. Sono in crisi i partiti politici – soprattutto quelli di sinistra – perché ritenuti sempre meno capaci di risolvere i problemi delle persone e di dare rappresentanza ai loro bisogni.
 
Per chi si ostina a fare politica la questione non è di poco conto: c’è ancora spazio per l’impegno? Quali processi, quali percorsi è necessario intraprendere per garantire che lo sforzo volontario, militante, di migliaia di persone non risulti alla fine inefficace a produrre il cambiamento? C’è un’alternativa alla pratica della mera testimonianza? Esiste una via di mezzo tra la visione novecentesca del partito gerarchico e centralista e l’insostenibile leggerezza delle formule vuote del puro marketing politico? Dobbiamo rassegnarci a vivere l’impegno come una battaglia permanente tra comitati elettorali contrapposti o c’è ancora spazio per una “mobilitazione cognitiva” capace di dare piena attuazione all’articolo 49 della Costituzione, che attribuisce ai partiti politici il compito di concorrere per determinare, democraticamente, la politica nazionale?
 
Non vediamo l’ora di porre tutte queste domande a Fabrizio BARCA, che siamo orgogliosi di ospitare sabato prossimo, 30 novembre, allo spazio Jemmapes, 116 quai de Jemmapes – 75010 Parigi.

Qui sotto il volantino, realizzato da Raffaello Ferone, che vi preghiamo di diffondere.